Shelf-life piccoli frutti: uso di tecnologia MAP ed EC

Il Centro Isvam e il mensile Agrisicilia hanno commissionato una ricerca all’università di Palermo (responsabile il docente Vittorio Farina) con l’obiettivo di testare la tecnologia MAP (Modified Atmosphere Packaging) ed EC (Edible Coating) per prolungare la shelf-life (il periodo di tempo entro il quale il prodotto va consumato senza che ci siano ripercussioni sulla salute del consumatore) dei piccoli frutti.

I prodotti testati sono stati offerti da una azienda siciliana nell’area marsalese: la A Piccoli Frutti Di Vito Gambina. Il crescente interesse da parte dei consumatori verso i frutti di bosco e le loro caratteristiche nutraceutiche, ha reso indispensabile approfondire un aspetto molto importante per il loro consumo e il commercio: la durata del prodotto fresco dopo la raccolta. La shelf-life dei piccoli frutti, in effetti, è molto breve e oscilla tra i 3-5 giorni dopo la raccolta a causa del veloce deterioramento della qualità causato dai rapidi processi di maturazione che caratterizzano questi frutti. La conservazione a basse temperature, tecnologia più utilizzata per rallentare la respirazione e altri processi metabolici e prolungare la durata di vita post-raccolta dei prodotti frutticoli, nei piccoli frutti può provocare danni da freddo. Inoltre, uno dei problemi caratteristici di questa categoria di frutti è l’eccessiva perdita di consistenza e la conseguente facilità di attacco da parte di patogeni, specialmente da Botrytis Cinerea.

Per tale ragione, dato l’ampio uso della catena del freddo durante il trasporto di questi prodotti, sono necessari metodi ecologici, non tossici ed efficaci per attenuare le perdite di prodotto. L’obiettivo di questo lavoro è stato, infatti, quello di applicare due diversi metodi di conservazione post-raccolta, rispettivamente l’atmosfera modificata (MAP) e i rivestimenti commestibili (EC), utilizzando esclusivamente gas e sostanze naturali, al fine di mantenerne la qualità organolettica e nutrizionale e prolungarne inoltre la shelf-life. I frutti oggetto della sperimentazione (more, lamponi, mirtilli, alkekengi) sono sono stati raccolti a mano allo stadio di maturazione commerciale e prima dell’applicazione dei due diversi trattamenti di conservazione è stata effettuata un’analisi morfometrica. Per determinare il potenziale della tecnologia MAP, i frutti sono stati confezionati in sacchetti di poliammide/polietilene (PA/PE) e conservati a 5±1°C per 8 giorni. Le analisi qualitative distruttive e non distruttive sono state effettuate ogni 2 giorni. Per analizzare il comportamento dei frutti, alternativamente alla MAP, sono stati applicati due diversi EC a base di olio di Neem e di Aloe arborescens. Sui frutti sono stati condotti studi fisico-chimici (peso, diametro, colore, decay index, consistenza, acidità, contenuto in solidi solubili totali, succosità) e microbiologici per confrontare l’efficacia di tutti i trattamenti.

I risultati, seppur preliminari, hanno dimostrato che i frutti contenuti nei sacchetti MAP hanno mantenuto le caratteristiche qualitative fino a 8 giorni dopo la raccolta, non mostrando deterioramento qualitativo o microbiologico in maniera specie dipendente. Anche i rivestimenti commestibili hanno avuto un effetto positivo sul mantenimento della qualità dei frutti con un mantenimento del colore e della succosità dei frutti fino a 4/6 giorni dopo la raccolta in dipendenza dalla tipologia del frutto. La ricerca sta proseguendo e i risultati definitivi di questa indagine verranno resi noti da Farina il 21 ottobre in occasione del Simposio su Fragola e Piccoli Frutti di Marsala (Articolo di Aurelia Di Noia).

Laboratorio UniPa – Applicazione di tecnologie MAP (Modified Atmosphere Packaging) e EC (Edible Coating)